somari a caro prezzo. QUEL CHE NON PUÒ LO SCIAGURATO CONSENTITO È AL MAGISTRATO


Piero Tony, ex Pm capo a Prato, scrive Io non posso tacere sul marciume della giustizia. Io, giornalista da quasi 60 anni, scrivo e continuo a scrivere in nome di un articolo 21 della Costituzione calpestato da tutti, giornalisti e giudici in prima fila. Mattarella, garante del nulla che avanza, vive e regna nell’ex-Quirinale dei papi et il s’en fout beatamente, basta regnare…


La grande lezione morale che ci viene dai moralisti più morali delle more di rovo…

VIZI PRIVATI

E PUBBLICHE VIRTÙ


Non è questione di colpa o innocenza: è solo segno di sporca indecenza

 

È inutile che Sergio il mùtolo – come scriverebbe il Boccaccio – ci venga a fare lezione. Lui che dovrebbe essere il primo a provare vergogna per una casa nella quale, parlando in termini costituzionali, lui non è che il maggiordomo, garante del protocollo, che in realtà non garantisce un bel nulla.

L’Italia è terra di nessuno; disfatta e in mano a orde di barbari invasori con la mania di una missione da compiere: imperare. E per giunta neppure valorosi come unni di Attila o feroci come gli òngari: solo accozzaglie di gente che riesce, non si sa neppur bene come, a infiltrarsi in una graduatoria di assunzione per magistrati.

Tutti i giorni – aldilà delle bagarre che scoppiano in parlamento quando Nordio parla della divisione delle carriere – abbiamo esempi su esempi di malcostume/tuttogaudio, forniti proprio da quei santi che nessuno riesce a fermare: sia perché la politica è nelle loro mani, sia perché non hanno ritegno, dopo aver perduto il senso profondo del rispetto della legge, nella quale, per primi, non credono. Altrimenti non compirebbero quotidianamente stupri come quello propóstoci ieri da Travaglio, che pure ha negli occhi le stelline del giustizialismo, quasi fosse nel suo Dna fino dal concepimento.

Chi vuole continuare a leggere ciò che ha fatto scrivere Travaglio sul Fatto, può farlo attraverso questo link. La sostanza non cambia. Porta la prova – colpevolissima, peraltro – del fatto che la “nomina bergamasca” è stata comunque votata. A maggioranza, ma votata. Controlegge, ma votata. Vergognosa e puzzolente di sopraffazione incostituzionale, ma votata.

Di situazioni come queste a Pistoja – mi dicono – ce ne sono diverse. Non solo fra magistrati, ma anche fra impiegati che hanno il naso dappertutto. Precisamente non so quante, ma diverse.

Stampa organica. Non vi sembra un po’ troppo ruffianile che La Nazione canti il Magnificat a un sostituto ubiquo come il Curreli, sul calendario dello scorso anno…?

Il tribunale di Pistoja è, perciò, come la cucina di Benedetta Rossi, “fatto in casa per voi” pistojesi pavidi, tremebondi, incapaci di alzare la testa e di chiamare le cose con il loro nome; reticenti e, in buona sostanza, mafiosi nonostante Libera contro le mafie, gli scout del Curreli cittadino @attivo dell’Agesci, folgorante in solio come un Napoleone da 5 Maggio, presenzialista dappertutto a ogni manifestazione partitica purché ispirata alla demolizione dei limiti e al superamento delle leggi.

Anche quelle sui clandestini, alle quali lui, il pianta-alberini di Falcone, si sente senza dubbio superiore.

Nondimeno molti e molti altri in fila, con pochissime eccezioni di chi non partecipa al banchetto del malaffare che la signora Gargiulo, quella che rappresenta l’Anm-Associazione Nazionale Magistrati, rivendica, con la sua passerella del 27 febbraio scorso, come il baluardo della libertà del popolo garantito dai magistrati al di sopra di ogni sospetto.

Voglio ricordare che i varii “Paolo Silenziario” non sono meno colpevoli di coloro che, capitanati dalla procura, aderiscono all’insana mania di Pm e sostituti di passare gli umili al setaccio supersottile; e i ciottoli di fiume al crivello con buchi larghi tanto da far uscire perfino i “massi di mandorlato” delle mura ciclopiche di Micene.

Se la giustizia è questa; costante, sfacciata, immonda, inarrestabile sopraffazione, contrabbandata come rispetto della Costituzione dalla signora Gargiulo; se ci viene da chi sarebbe deputato a lavorare «con disciplina ed onore», ci scalmaniamo per Gaza o la Russia o l’Ucraina o Trump e non reagiamo alle imposizioni delle toghe?

E Curreli osa, senza pudore, fare propaganda “terza e imparziale” di sé che è fuori legge come un pesce fuor d’acqua? Ci meravigliamo sapendo che stiamo galleggiando non in uno stato di diritto, ma di dittatori senza scrupoli che ci condannano a una discarica di materia organica?

Nessuno di loro si pone domande. Non hanno il minimo senso del pudore. Si sentono dèi, ma in realtà sembrano più dèmoni che altro. Gli intoccabili… E tutti antifascisti sfegatati!

Troppi magistrati, oggi, proteggono chi gli pare e si proteggono tra loro. Perché siamo già oltre il famoso Medioevo prossimo venturo. Siamo più di un passo in là.

È già in atto – da qualche decennio, da Mani mai ripulite – il passaggio dai Liberi Comuni alle Signorie (loro), quelle dei magistrati intoccabili nutriti in vitro da una sinistra immonda che, a sua volta, ne è divenuta manutengola e ontologicamente succuba.

Dovremmo cancellare dalle aule la famosa scritta “La legge è uguale per tutti” sostituendola con la verità: «La legge è fatta in casa per voi che contate. Agli altri ciccia!».

Tutto il resto sono chiacchiere da Coletta e derivati tossici, e da Mattarella che (se lo ricordi il giudice Paolo Fontana, che guarda le date di nascita della gente per giudicare…), nato Palermo il 23 luglio 1941, cuspide Leone, è già troppo avanti con l’età per non aver perso il senso della Costituzione e dell’assoluto rispetto dovùtole.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana


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