somari a caro prezzo. POVERA QUARRATA, LE DISGRAZIE NON VENGONO MAI DA SOLE. 3


La fortuna del “verminaio amministrativo” di Quarrata è cresciuta grazie al fattivo supporto di una magistratura che ha sempre girato la faccia altrove perseguitando gli umili e salvando il lato B dei delinquenti di potere. Ricordate l’esempio “Mazzanti e il voto di scambio” all’epoca di Paolo Canessa? E il favoreggiamento dura tuttora senza sosta…


«Sì, è vero. So tutto, ma… io so’ io e voi non siete un pipi

SE LA PROCURA TI FA DA SPONDA

PAGA LA PLEBE MA IL MONDO AFFONDA


ANM, dimostraci che anche i tuoi iscritti sanno pentirsi dei propri peccati. E allora, forse, potremo anche darti credito!

 

Quando qualche giudice ganzo condanna e vuol dare una lezione morale al popolo perché non alzi la testa e obbedisca a capo chino come un ciuco bastonato, la domanda è «ma si pente?». Oppure il ganzoide (vedi recentemente Paolo Fontana) commenta, con la bocca acerba come se stesse ciucciando un limone, che nota «assenza di qualunque forma di resipiscenza».

Il ravvedérsi, secondo certi gazzillòri della legge, è condizione fondamentale per poter essere riaccolti fra le braccia amorose di santa romana chiesa riformata in giustizia.

Per loro, però, magistrati e giudici, il ravvedimento non vale: come per D’Annunzio “la parola è tutto”, per i togati che giudicano gli altri assolvendo se stessi, la condizione ontologica è che… loro sono loro e noi non siamo un cazzo.

Ed ecco la dimostrazione. Di quelle adatte a mettere a nudo le chiappe del re che scende in strada (in questo caso in sciopero guidato dalla dottoressa Giulia Gargiulo il 27 febbraio 2025) non senza vesti, come nella famosa favola di Andersen, ma addirittura senza mutande. Gnùdi, direbbe il Benigni amico di Mattarella.

La procura di Pistoja ha permesso, dal dopoguerra ad oggi, alle strutture tecniche comunali, di combinarne di tutti i colori: fino alla vendita di condoni, licenze, autorizzazioni, permessi e quant’altro a favore di chi può e a danno di chi non può (o non vuole cedere al ricatto estorsivo-corruzionale).

Ora mi chiedo e chiedo alla procura stessa e alla dottoressa di buone speranze Giulia Gargiulo; o anche al sussiegoso Paolo Fontana:

  1. se è dimostrato in via documentale che certe cose sono illecite;

  2. se la documentazione di ciò che si dice, sorretta da leggi, regolamenti, giurisprudenza e dottrina viene comunicata direttamente ai nostri custodes (sorveglianti, avvocata latinless avvocata Elena Giunti);

  3. che fine dovrebbero fare magistrati come Coletta, Grieco, Gaspari, Martucci, Curreli e molti altri – il cui nome io faccio liberamente ogni giorno – i quali, pur a conoscenza della verità oggettiva, continuano a proteggere ad ogni costo personaggi come
    a) il falso-dottore Romolo Perrozzi;
    b) il falso comandante usurpatore dei vigili di Agliana Andrea Alessandro Nesti;
    c) la falsa perseguitata Milva Maria Cappellini che è saldamente interconnessa con l’ambiente della procura e con un Curreli stesso che naviga con le flottillas gaziane manifesta a favore dei pro-Pal?

Con Parodi regni e godi

Ho inviato le prove certe (non le ciance come è usa fare la procura pistojese) a tutti questi signori delle nostre vite: ma dell’obbligatorietà dell’azione penale, di cui ci parlava con orgoglio la dottoressa Gargiulo il 27 febbraio scorso, io non ho visto neppure un’unghia, cari legalitari capitanati dal Tonno Parodi in Anm-Associazione Nazionale Magistrati.

Addirittura a filo-cambogiano Curreli ho spedito la bellezza di 8 lettere Raccomandata 1-AR, regolarmente ricevute: ma di resipiscenza non ne ho vista neppure un’unghia di pidocchio felino. Lui, il persecutore di Padre Fedele Bisceglia; il cattolico della messa del sabato pomeriggio a San Domenico con gli altri eletti, tutti chiamati a celebrare i misteri della messa officiata da un teologo, quindi più vicino all’eterno: lui pure è, per il mistero della trasmissione dello spirito santo in via di osmòsi, onnipotente ed eterno.

Le ricordate queste medaglie? La procura salvò il popò al Mazzanti. E non meniamo il can per l’aia

Ne vogliamo discutere del comportamento di certi magistrati che, poi, mettono i piedi addosso a giudici-plastilina per costringerli a sentenziare ad mentulam canis onde soddisfare il loro stato psicotico di persecutori in nome dell’Agesci-Scout o di una ispirazione cattolica di cittadinanza @ttiva @ntimafia, ma con segni distintivi di chiari disturbi da sindrome di Cristo Giudicante?

Magistrati di questo tenore non hanno da insegnare niente a nessuno: perché, obiettivamente, altro non fanno che favorire la corruzione senza timore di essere ripresi dai colleghi tutti chiusi e integrati in un caravanserraglio di malcostume e illegalità quale solo può essere un sindacato di comodo come l’A.N.M.

Provate a dimostrare il contrario, se ne siete Capaci

[continua]

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana


Cari padroni delle nostre vite… Non tutti (anzi, pochi), ma una parte del popolo ha imparato anche a leggere e scrivere.

E non tace


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