Guardateli bene. Fissate bene le loro faccine nelle vostre menti, cittadini di un “subbuglio di edifici” presi in giro da una manica di traffichini semi se non del tutto analfabeti. State attenti a quello che hanno lasciato che avvenisse in una realtà guidata soltanto da una sostanziale insofferibile sporcizia amministrativa istituzionalizzata come forma di potere e tollerata dalle “autorità costituite”

LO STALKING NON LO FANNO A LINEA LIBERA
LO FANNO I MAGISTRATI CHE NON LEGGONO

Quando nei Promessi Sposi fra Cristoforo va a parlare con quello stronzo di don Rodrigo, per cercare di convincerlo a desistere dal voler stuprare Lucia, il famoso “pezzo di merda” destinato alla perdizione dopo essersi beccato una bella impestàta da Lazzaretto, gli risponde (con la stessa arroganza con cui a me hanno risposto Tommaso Coletta, Claudio Curreli, Giuseppe Grieco, Chiara Contesini, Luisa Serranti, Linda Gambassi, Patrizia Martucci, Luca Gaspari, Paolo Fontana, Alessandro Buzzegoli e non so quanti altri…); gli risponde, dicevo, così: «Ebbene, la consigli di venire a mettersi sotto la mia protezione. Non le mancherà più nulla, e nessuno ardirà d’inquietarla, o ch’io non son cavaliere».
Immaginatevi la Lucia piagnona nelle manacce di un don Rodrigo stupido, ignorante e prevaricatore perché impunito e impunibile.
La stessa cosa è successa a me quando, nel 2008 (annotatevi bene la data) mi rivolsi alla “sindaca del nulla”, l’inutile Sabrina Sergio Gori, non per avere favori personali, ma per poter contare su un diritto reale a favor mio e di molti altri, presente e ben documentato, anzi, sancito, sulle terre del non-dottor Romolo Perrozzi.
Il quale, favorito dal Comune, non solo aveva chiuso le strade interpoderali che attraversavano le sue terre, ma, proprio in quel momento, chiedeva (ed otteneva senza colpo ferire, seppure in maniera illecita) anche il non-dovuto: sbarrare, cioè, con passi carrabili, due piazzuole ricadenti su un suo fondo servente, da lui pacificamente definito come tale e sottoscritto insieme ad altri.
Ma i ciechi della procura, e certi loro colleghi in aula, non ci sono mai arrivati a capire questo concetto, seppur chiaro come la luce del sole: la particella 438 del foglio di mappa 44 del Comune di Tizzana/Quarrata, era un fondo che doveva servire (consultate il Dizionario Treccani, linguisti del tribunale di Pistoja e dottori della Crusca e della Semola) a soddisfare i bisogni delle altre particelle censite in Via Vicinale di Lecceto, Ramo Nord, e oltre.

La sindaca inutile SSGori fece finta di nulla. Ma era, se non sbaglio, anche medico di base di una delle figlie del ragionier falso-dottore Romolo Perrozzi, il millantatore-calunniatore con toni di serialità, viste le quasi 50 denunce che mi ha fatto, tutte accolte a braccia aperte da un gruppo di magistrati a mio avviso degni di miglior causa. Senz’altro inquisitori simili ai gesuiti di Torquemada.
La risposta della SSGori nullafacente suggellò, con faccina falsa da politicante, “che si trattava di questioni private e che non si poteva fare una beata minchia”. Lei a Lecceto non c’era mai stata, sottolineò. Lei arrivava solo all’Agriturismo Il Calesse, una realtà con cui il Comune di Quarrata pare abbia stretti legami di varia natura.
Eppure (ora tornate con la mente al 2008) in quella stessa data, proprio l’inutile Sabrina, con il suo assessore agli abusi (che allora era Luca Gaggioli, parente o affine dell’abusivista suo succedaneo, Simone Niccolai, capannonista irregolare nel suo orto; culo salvato da Mazzanti e Bai…) la medichessa di base di una delle figlie del millantatore Perrozzi, faceva passare il “regolamento dei regolamenti” per salvare anche quel Montalbano che, a detta del camicière Patrizio Mearelli, “oggi ci casca addosso”. E meno male, così si chéta!

Begli amministratori, fra tutti! Amministratori dei nostri stivali inzaccherati di fango, e non solo, dalle alluvioni dovute alla distruzione della collina causata anche dall’impegno (costante e interessato) del geometra Franco Fabbri, aduso a regalare (“a pago”) condoni falsi alla gente; false autorizzazioni; falsi permessi; carte false.
Allora: con quali sistemi ha potuto il Perrozzi – lo chiedo ad alta voce alla procura che lavora per la gente comune –, se non perché favorito, realizzare tutti i lavori di varia natura e contro-natura “regolarmente e legittimamente” licenziati, come ha voluto far credere quella schiera di magistrati requiro-giudicanti che non hanno mai letto 1 foglio 1 di quell’ammasso di norme regolamentari che tutti erano tenuti a rispettare per evitare frane e grane della collina stuprata?
[continua]
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana
Prima di strillare contro chi non ha alcuna fiducia in voi, signori magistrati interrogatevi su come vi siete delegittimati salvandovi di continuo fra di voi e dando un esempio pessimo di ciò che è diventata la giustizia in Italia. Ditelo anche al Parodi, l’invitto duca dei prodi!
O avete il terrore della stampa che non tace?













