misteri della fede. NESSUNO PIÙ HA COSCIENZA DI SÉ IN UN MONDO CHE SI AUTOELOGIA E SI GLORIA D’ESSERE BUONO SANTO GIUSTO E ACCOGLIENTE


«Frittole è la località immaginaria dove Mario e Saverio si ritrovano nel film “Non ci resta che piangere”; il paese fu però allestito a Cinecittà, sebbene la sceneggiatura sia nata al Castello di Sorci di Anghiari, e alcune scene siano state girate in altri luoghi reali come Capranica Scalo, Paliano, Vulci e Magliano in Toscana», così ci avvisa l’intelligenza artificiale. Ma le cose stanno davvero così?


Oggi, con le regole del “fluidismo” in ogni aspetto della vita sia fisica che morale, ci hanno fatto diventare peggiori delle amebe senza pensiero, ma geneticamente modificate per rispondere al conformismo del «pensiero minchiogeno unico»

TUTTE LE DIREZIONI SONO BUONE

BASTA FARE QUEL CHE SI VUOLE


Eppure il Natali c’era alla festa della cresima della Torresi for Minkiolin

 

Personalmente credo che Frittole sia diventata la nostra dimensione quotidiana. Creàtaci intorno a mo’ di gabbia da chi ci ama e ci vuole bene e rispetto fino all’osso e oltre.

A 34 anni da Mani Pulite, la moralità moralistica dei moralisti della moralizzazione fatta scendere in terra dalla “questione morale” di un Berlinguer amatissimo da Benigni (Se vuoi fare dispetto a Cristo piglia un povero e fallo ricco…), ci ha portato alla frittolazione scientifica del cervello, per toglierci la quale di dosso, occorrerà ben più che la grande accoppiata (lacrime & sangue, peraltro miseramente fallita) di Mario Monti e della Elsa Fornero, l’affamatrice lussuriosa e lacrimosa degli esodati.

Qualche nobile esempio di frittolame costituzional-recènte (da rècere)?

GENERAZIONI SENZA BUSSOLA

Ripenso a come si comportano certi idealisti della minchia, pronti a saltare non solo il fosso, ma addirittura l’Ombrone, anche quand’è in piena.

Significativa la stella emergente della politica della Piana, Ambra Torresi. Che ha fatto il giro d’Italia in appena tre o quattro anni. Comunista, non-comunista, italiavivista, neofascista, affarista, scambista di giacche a vista, economista ma non troppista, assessorista, arrivista, golpista, anpista scesa in pista con la destra fascista del Ciottoli tubista, Ella ha fatto vista di nulla ed è passata aldilà del futuro.

Oggi si fa così. L’avvocata, che supera anche il falso epigastràlgico/calunniatore Benesperi (il quale si definisce avvocato, ma non risulta iscritto a nessun albo: comunque caro, però, al giudice Paolo Fontana, che lo ha elogiato), in questi giorni è nell’occhio del ciclone perché sta sul culo a molti (come si dice) in quanto ha combattuto sotto dieci cento, mille bandiere. Un film, insomma.

Oggi l’Ambra è “polemizzata” anche dal suo fu compagno ital-vivista Francesco Romano Natali, e lei si difende esaltando il suo schema-Frittole. Ma neppure il Natali si rende conto, frittolianamente, di aver partecipato con gusto a certe decisioni dell’Ambra, quando si gettò fra le braccia di un sindaco come il Benesperi o della negazione della coerenza e dell’onestà, doti per lui assolutamente aliene, checché ne dica il giudice Fontana.

L’Ambra si difende, ma con argomentazioni onestamente simili a frittelle di Frittole. Perché, come scrive Eugène Ionesco in una sua pièce di teatro dell’assurdo, “un cane che suona la tromba per fare l’elefante, viene riconosciuto sùbito”…

L’ELOGIO DELLA DEMENZA

Erasmo da Rotterdam aveva scritto l’elogio della follia. Molti altri, oggi, scrivono l’elogio della demenza, in parole e con fatti.

Ed è il caso, del giudice Paolo Fontana, il quale, per elogiare la somma buonafede, la correttezza, l’eleganza, la coerenza, la chiarezza, la trasparenza, l’onestà, la moderazione e il rispetto verso il popolo, ex articolo 54 della Costituzione, del mai-comandante dei vigili di Agliana, Andrea Alessandro Nesti (un Vpo che, in quanto tale, e in quanto operativo anche sotto il facente funzione Giuseppe Grieco, mai doveva finire in aula penale laddove era stato Vpo pur egli),  finisce col tessere l’elogio della “demenza sindacale di Bimbominkia” (lèggasi il Benesperi), avvocato mai stato iscritto all’albo, con queste esatte parole:

Non ci resta che rècere. Per il giudice Paolo Fontana questi due “cavalieri del ciuccio” hanno fatto bene a perdonare il Nesti, un individuo super-raccomandato che ha fatto quello che ha voluto con l’appoggio di sinistre, centri, destre, cattocomunisti, procura di Pistoia e cittadini fregati dalla politica. Le opposizioni hanno il diritto di debordare – questo il Fontana-pensiero –, ma chi sale al potere ha il dovere non di comportarsi secondo legge e correggere le aberrazioni, quanto, invece, di troncare e sopire, limare e smussare, perché il popolo è bue e o trema o dimentica alla svelta…

dopo aver vinto le elezioni nel 2019, tali esponenti [Luca Benesperi e Maurizio Ciottoli – n.d.r.] hanno dovuto prendere atto che un conto è stare all’opposizione forzando i contenuti degli argomenti trattati ed alzando i toni, un altro è avere l’onere di governare situazioni delicate ed articolate, che non possono essere liquidate in modo semplicistico.
La realtà è sovente più complessa. Saliti al potere, hanno dovuto riconoscere che non vi erano i presupposti per promuovere un’azione disciplinare nei confronti del Dott. Nesti.
Com’era 
prevedibile, la retromarcia degli ex rappresentanti dell’opposizione ha profondamente irritato gli imputati [Bianchini e Romiti – n.d.r.], che hanno cominciato a scrivere su di loro articoli “pesanti” – e tuttavia Fontana dimentica (opportunamente?) di aggiungere «ma veri»!

Ci pensa lo scrupoloso giudice, destinato a Bologna a salvare, dall’alto del suo politologico pulpito di cartapesta, la capra (Andrea Alessandro Nesti, usurpatore di posto non suo, che ha lasciato stragi e morti sul suo percorso illecito di anni 15 più i 10 aggiunti fino ad oggi) e i cavoli (Benesperi e Ciottoli): i quali «saliti al potere» (probabilmente Fontana non coglie l’allure metasignificante dell’espressione: il tono particolarmente negativo del nesso; e intravede, in cittadini eletti, dei tribuni della plebe romana che “salgono al potere” per adoprarlo a loro insindacabile arbitrio alla maniera dei famosi gioielli Gracchi di Cornelia…

È così attento, rigoroso, scrupoloso – nel decidere le scelte selettive dei sommersi e dei salvati – che Fontana confessa, con commovente semplicismo, che «Al riguardo, il Tribunale [cioè lui, il dominus et deusn.d.r.] «si soffermerà sinteticamente soltanto [ma notàtelo bene questo avverbio! – n.d.r.]  su alcuni» di questi aspetti, ovviamente scelti ad hoc da lui di persona personalmente.

E allora che vi aspettate dalla giustizia? Cantate e basta! Viva Bacco e viva Amore, viva viva il tortellino. Ciascun suoni, balli e canti; bolla in corpo il rosso vino. E ganziàm senza pudore! Salviam capre e così sia. Tutto a libera coscienza a elogiar pur la demenza!

DA MANI PULITE A FRITTOLE FOREVER

Frittolare necesse est, latinus grossus qui facit rizzare capillos et tremare pilastros. Questo lo capisce anche l’avvocata latinless del ragionier non-dottor Romolo Perozzi che denuncia la gente asserendo che, magari, mente a pubblico ufficiale; ma scorda – perché non gli fa assolutamente comodo per le beate minchie sue – di dichiararsi colpevole di false dichiarazioni e/o attestazioni da lui, il non-dottore, rese in più occasioni a moltissimi pubblici ufficiali (specie quelli degli uffici tecnici del Comune di Quarrata, se non anche certi magistrati che lo hanno utilizzato come valente Ctu) dando loro a intendere di essere proprietario unico ed esclusivo di tutto ciò che possiede, mentre sa – il calunniatore pescinese – di essere solo in possesso di fondi gravati da mille vincoli e diecimila servitù passive rispetto ad altri di gente che gli sta sulle palle, ma che è proprietaria di fondi dominanti interclusi.

Shiva danza sull’abisso

Tanto, comunque vada, il Perrozzi (che raccatta le notizie direttamente in procura e le diffonde volentieri al popolo e al contado) sa che al Terzo Piano, lassù, qualcuno lo ama.

E che un terrapertista, scout cattolico, iperattivo, piantatore di alberini e esploratore ad Angkor Wat, che danza come Shiva sull’abisso, lo terrà sempre per i capelli e permetterà che altri abbiano i loro diritti usurpati da Romolo per i favori ricevuti dal corrotto Comune di Quarrata e da certi magistrati che usano i buoni pasto sulla Sala, anche se non hanno svolto una seduta di lavoro che supera le 6 ore continuate sine coitu interrupto (chiedere lumi agli avvocati privilegiati cari ai frittolési che non vogliono in alcun modo la divisione delle carriere)…

Il Passator s-Cortese
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana


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