corruzione a palazzo di giustizia 35. E QUANDO CURRELI VEDRÀ CHE IL SUO RAGIONIER NON-DOTTOR CTU ROMOLO PERROZZI È UN CALUNNIATORE E UN FALSARIO, CE LA FARÀ A NASCONDERE IL CAPO SOTTO LA CENERE PER I SUOI INAMMISSIBILI ERRORI?


«Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno». I soldati intanto si divisero le vesti di Gesù, tirandole a sorte e in quello stesso istante nacque la tunica, che poi si chiamò anche “toga”…


Oh che bel castello marcondirondirondello Oh che bel castello marcondirondirondà…

A FORZA DI SPARARE A COPIA-INCOLLA

CURRELI DI SBAGLIARE MAI NON MOLLA

POI TOCCA AL CITTADINO RIMEDIARE

COL PORTAFOGLI APERTO PER PAGARE


Come ha potuto un ufficio tecnico del territorio permettere a un privato di combinare così tanti pasticci approvando tutto il contrario del regolamento urbanistico? «Prossimità sociali» anche in Comune a Quarrata…?

 

Pensate, lettori un po’ bràdipi. Dopo cinque anni e mezzo di assurda persecuzione, messa in piedi e portata avanti con la pervicacia di un don Rodrigo che vuole, come dice il Manzoni, finire dannato ad ogni costo, Claudio Curreli non ha ancora capito che il ragionier non-dottor Ctu Perrozzi sapeva perfettamente

  1. Che non poteva e non doveva chiudere le vicinali-interpoderali presenti nelle sue terre del Marchesato di Strullopoli-Lecceto, come ho sempre indicato e dimostrato a una serqua di magistrati impreparati, con scarsa attitudine a comprendere l’italiano e fortemente orientati a non seguire, «con disciplina ed onore», il dovere di perseguire la giustizia; tutti dipendenti pubblici non di rado arroganti e altezzosi

  2. Che non poteva e non doveva chiudere, con passi carrabili, le due piazzuole sulla sua particella 438, Foglio 44, fondo servente destinato a parcheggio, svincolo e diramazione Nord di Via Vicinale di Lecceto per i numeri civici 10-12-14-16-18

  3. Che non poteva e non doveva chiudere l’aia antistante la colonica di Cecco e Mirando Bellini, perché essa faceva da piazza delle vicinali-interpoderali ivi confluenti nella viabilità minore ed era gravata da servitù di passo fin da quando Leda aveva amoreggiato con Zeus sotto forma di cigno e, alla fine, aveva partorito una bella coppia di uova

  4. Che non poteva e non doveva chiudere con alte cancellate di ferro la sua non-esclusiva particella 100, che ha permesso a Curreli di inventarsi un 612 bis modificato ad usum procurae per favorire il Ctu e scatenare la guerra santa contro di me e Linea Libera!

Eppure, anch’egli – il Ctu millantatore di una laurea presa con i punti della Coop – ha seguito l’esempio dei suoi amici comprivendoli del Comune di Quarrata (suoi favoreggiatori: sia dipendenti che amministratori), e dei suoi datori di credito della procura, uno dei quali (che non esito a definire pessimo e pericoloso) ci dà buoni consigli, mentre ci offre, sotto gli occhi muti di tutti, il cattivo esempio di magistrato che ignora i doveri del suo ruolo: non esercitare, gomito a gomito con la moglie, sotto lo stesso tetto del medesimo tribunale.

È inconcepibile che così tanto potere sia in mano a pubblici ministeri senza controllo

Volete una magistratura così? Non avete che da ascoltare l’Anm, che oggi se la prende con Nordio perché trent’anni fa (1994) votò contro la separazione delle carriere; ma dimentica che quell’esempio di luminoso comunista di Napolitano da studente ventenne era iscritto ai Guf-Gruppi Universitari Fascisti, e, appena 5-6 anni dopo, era diventato rosso come un peperone.

Evidentemente Curreli è stato molto più coerente di Napolitano e di Nordio, forse perché più catto-democristiano. Non ha mai imparato a correggere i suoi mores. Non lo fece con Padre Fedele Bisceglia, e perdura tuttora sulla via dell’inferno che, stando al famoso adagio, è lastricata di buone intenzioni. È che lui si sente lui. E gli altri sono quelli che il Marchese del Grillo definisce con un offensivo «voi non siete un cazzo!».

Il Ctu non-dottore Millanta di Strullopoli, era a conoscenza di tutto (e le prove documentali sono sotto i nostri occhi, volutamente ignorate dagli “operatori di giustizia” evidentemente privata).

Sapeva perfettamente, se non altro per la sua eccelsa scienza di Ctu stimato e apprezzato, che chiudere le vicinali e le piazzole era illecito e, per le dichiarazioni da rilasciare ai pubblici ufficiali di “manica larga”, anche passibile dell’ipotesi di cui all’art. 495 cp (False dichiarazioni) . Ma lui – non è la prima volta che lo ha detto – fa, a Quarrata, quello che vuole. E soprattutto, per loe false dichiarazioni, adopera ad arte la stessa procura contro chi gli sta sui coglioni: e trova sponda nel mite, all’apparenza, Giuseppe Grieco.

Obbràvo falsario, calunniatore, protetto da politica, malaffare e malagiustizia, ragionier non-dottor Perrozzi! E veda di piantarla di urlare e fare urlare dai suoi giannizzeri, dal colle ove sorge la sua maestosa turrita e “telecamerata” magione, che lei è, in sintesi, la gloria di colui che tutto move!

A questo punto ce la farà, il Divus Claudius, a capire quali e quanti danni ha seminato volontariamente in giro negando l’evidenza e favorendo la falsità e la calunnia fino al punto di inventarsi l’inesistente stalking giornalistico per proteggere il Perrozzi?

E “ultimo viene il corvo”, per citare Italo Calvino. L’ho detto e lo ripeto: è il grande geometra ingegner Iuri Gelli; cognato di Dario Parrini ex-sindaco di Vinci; cognato del senatore del Pd e poi anche segretario del Pd toscano fino ai tempi della Simona Bonafè. Il Gelli lo dichiarò pure in aula dinanzi a Luca Gaspari-Sfinge, il quale non volle intendere e tirò dritto: «Sì – disse il Gelli – c’erano delle stradine nelle terre del Perrozzi… Ma erano piccine…».

Anche mezzo megatone su Hiroshima non era che una caccola di bomba atomica: ma spazzò via in un attimo 140 mila giapponesi e il 70% degli edifici.

Come si può vedere, il concetto di piccolo è assai relativo, come quando il giudice Paolo Fontana, in una delle sue ultime sentenze epocali, definisce le cose e le persone di poca importanza con l’espressione “roba di piccolo cabotaggio”…

Perrozzi sapeva e accusava, il Comune concedeva e faceva trogolàj, Curreli inventava lo stalking giornalistico. E tutti insieme appassionatamente fingevano di rendere omaggio alla stampa politicamente corretta, quella che mai direbbe la verità sugli intrugli del malcostume di questa infelice provincia

Falso testimone in aula, il cognato del Parrini, assunto dal Mazzanti a 180 mila euro l’anno! Ma loro, le sinistre di sinistra, non commettono mai errori; non sono mai nepotiste; familiste e corrotte. Tutte sante tutte quante.

Fate semplicemente attenzione a questi dati, lettori che non volete vedere! Milano va sottosopra per edilizia e territorio; Bologna e Lepore pure per l’edilizia; Pesaro patisce per il Ricci, che andava a cena a prenotazione dai suoi elettori pesaresi, ma spendeva soldi pubblici, in ipotesi, per raccattare voti e consensi; e l’ex-magistrato Emiliano della Puglia si autonomina incoronandosi come un Napoleone. In tutta Italia succedono squassi di casini dappertutto, e Pistoja dorme beata.

Inizia la campagna di stampa e il cartello scompare. Mistero della fede o del Perrozzi?

Perché la città dei ladri in cattedrale è sicura in quanto sorvegliata da una procura indefettibile che – peccato che Coletta ne rappresenti la punta dell’iceberg su un oceano di rifiuti organici – è capace di minacciare perfino i colleghi che chiedono il trasferimento a Firenze, a Bologna o chissà dove. Che anche gli uomini di Coletta lavorino per voti di scambio da parte chi chiede di andarsene?

Qualcosa non va quando c’è troppa bonaccia/legalità. Lo sa, il giudice Fontana, come si chiama questo tipo di commento giornalistico? Si chiama libera critica.

Che può permettersi liberamente, in virtù dell’articolo 21 della Costituzione sventolata da Curreli e dalla dottoressa Gargiulo, perfino di superare con disinvoltura il requisito della continenza pinzochera a lui sì cara quanto la sera al Foscolo del famoso sonetto!

Buona festa di San Jacopo, domani 25 luglio. Il patrono birbone dei pistojesi. Similis cum similibus, avvocate Elena Giunti e, soprattutto, Giovanna Madera gradita a Claudio Padre Onnipotente…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana


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