corruzione a palazzo di giustizia 34. CONFLITTO DI INTERESSI? UNA PIAGA. ECCO COME PISTOJA NAVIGA DA SEMPRE IN QUESTE ACQUE NERE


Anni e anni di procure, procuratori e giudici che, nella città di Vanni Fucci e di San Jacopo, il birbante che non voleva pagare i debiti e portava il cappotto anche il 25 luglio, hanno permesso a non pochi legulei con baffi di volpe di imbrogliare tranquillamente le carte giudiziarie confondendo l’esercizio forense con la consolidata ribalderia del fuorilegge



DIO CI SCAMPI DA OGNI MALE

D’ESTO CIECO TRIBUNALE!


Godétevi questo spaccato di Pistoja corrotta e indecente, tenuta in piedi da Pm, sostituti e giudici di dubbia moralità!

 

Cominciamo con tre definizioni di conflitto di interessi fornìteci da un noto master anticorruzione di UniRoma-Tor Vergata:

  1. Il conflitto di interessi reale (o attuale) è la situazione in cui un interesse secondario (finanziario o non finanziario) di una persona tende a interferire con l’interesse primario dell’azienda (ossia il bene comune), verso cui la prima ha precisi doveri e responsabilità (Cap. II, p. 49).

  2. Il conflitto di interessi potenziale è la situazione in cui l’interesse privato (finanziario o non finanziario) di una persona potrebbe, in un futuro più o meno prossimo, tendere a interferire, divenendo secondario, con l’interesse primario dell’azienda, verso cui la prima ha precisi doveri e responsabilità (Cap. II, p. 106-109)

  3. Il conflitto di interessi apparente (anche detto CdI percepito) si presenta qualora un osservatore esterno di buon senso pensi che l’interesse primario dell’azienda possa ricevere (o aver ricevuto) un’interferenza da interessi secondari, finanziari o non finanziari.In particolare, il CdI apparente (o percepito) è la situazione in cui l’interesse secondario di una persona può apparentemente interferire, agli occhi di osservatori esterni ragionevoli e informati, con l’interesse primario dell’azienda, verso cui la prima ha precisi doveri e responsabilità (Cap. II, p. 109-110).

Chiariti questi aspetti, e richiamando ciò che ho scritto qualche giorno fa sui conflitti d’interessi usuali a Pistoja tanto da vederli saltar fuori anche direttamente in aula, ecco una prova di cosa accadeva – ad esempio – alla fine del 2008, in piena epoca Dell’Anno, ma risalenti nel tempo.

Come avete potuto leggere e vedere, un certo signor Bruno Marini, debitore, sottoposto a ingiunzione di pagamento da parte dell’Unicredit di Bologna (ente creditore), veniva difeso da un congiunto, l’avvocato Paolo Lensi (più o meno cugino del padre di Bruno); mentre l’Unicredit era affidata alle amorevoli cure dell’avvocato Ercole Mauro.

«Posso essere ancora un po’ incazzato?» dice il Marchese del Grillo al falegname ebreo Aronne Piperno. E io posso provare un certo schifo per questa città-sarcofago in cui tutto è ammesso e ammissibile se le tue «prossimità sociali» te lo consentono?

Ma attenzione: gli avvocati Lensi e Mauro erano soci dello stesso studio legale associato. Ovviamente un esempio di assoluta buonafede casuale…

Qui torno all’oggi e mi rivolgo alla dottoressa Giulia Gargiulo, tutta pimpante e salterina in mise à la page verde, democratica e costituzionale, difensora non solo dei legami padrone/servo oggi istituzionalizzati fra procura e giudici, ma addirittura favorevole all’incollaggio a caldo fra Pm e giudici, in nome della garanzia dell’obbligatorietà dell’azione penale.

Mi rivolgo a Ella, dico, con una domanda alla quale non saprà mai rispondere a causa la sua giovine età.

La Gargiulo è infatti nata il 4 gennaio 1987. È quattro anni più giovane di Paolo Fontana, palermitano, classe 1983, il monòcrate che non mostra alcun rispetto per i vecchi come me nati nel 1947, ma molto più ne ha (di rispetto, forse ispiràtogli dalla procura curreliana) per un mai-comandante come Andrea Alessandro Nesti, il coccolato e protetto da politici di destra e di sinistra, amministratori, dirigenti segretari comunali e, dulcis in fundo, dalla stessa procura pistojese, sua datrice di lavoro in veste di Vpo “ai tempi del colera” (scimmiottando Márquez), anni 2002-2005, in compresenza con il sostituto anziano Giuseppe Grieco, la cui segretaria, Alessandra Casseri, era in «prossimità sociale» con la “donna letterata” Milva Maria Cappellini, moglie del Nesti stesso e sua actor’s agent.

Anche qui non ci sarebbe stato un più che palese conflitto d’interessi, dal momento che Grieco era in aula, e col dito puntato contro noi giornalisti, nel famoso processo politico Gaspari, tessuto a suon di copia-incolla dal persecutore impunito di Padre Fedele Bisceglia?

O dottoressa Gargiulo che gira le spalle ai cittadini come me anche se sventola la Costituzione sulle scale del Palazzo Pretorio, mi dica: cosa mai avrà fatto, il Pm Renzo dell’Anno, quando ricevette la mia segnalazione-denuncia di questo sconcio e spudorato conflitto d’interessi della coppia Lensi-Mauro?

Dietro a quel conflitto, fra l’altro, stava ancora ruotando una truffa fetusa messa in moto in una compravendita fraudolenta avvelenata da mille e una falsità documentali, che già dieci anni prima il Pm Giuseppe Manchia aveva trattato (grazie alla polizia giudiziaria a marca CC) come una caramella al limone Sperlari.

Che accadrà domani se verrà fuori che la difesa del ragionier non-dottor Romolo Perrozzi e del mai-comandante Andrea Alessandro Nesti, della stampa clandestina e del processo politico Gaspari è stata una emerita invenzione in stile-Curreli a suon di copia-incolla, patrocinata e sorretta da un Terzo Piano del tutto fuori controllo?

Le manca la parola, dottoressa? È imbarazzata? Allora la aiuto io, perché non è vero che ho smarrito – come scioccamente ritiene il suo collega Fontana – il senso «dell’autentica, preziosa funzione della libera stampa», mentre in realtà è lui che ha perso il senso della dignità del dovere del giudice.

In tale occasione Renzo Dell’Anno, l’esperto micologo abruzzo-pistojese, o andò a servire i ragazzi dell’Aias-Apr del Bardelli cavaliere della luce; o magari si era fatto accompagnare a funghi dal commendator Mauro Gualtierotti (il ladro dei rimborsi-benzina estorti alla Comunità Montana poi gasata uso-Aushwitz da S.E. Luigi Boccia); a funghi, leccornia per il Pm da buon montanino qual era, essendo nato a San Demetrio ne’ Vestini (662 metri s.l.m. – provincia dell’Aquila) il 17 maggio 1945.

Vede, dottoressa Gargiulo (e lo ricordi anche al suo collega Fontana)… I vecchi spregiati hanno un grande vantaggio sui giovani magistrati che annaspano quando giudicano a corpo e non a misura.

La dottoressa Gargiulo la smetterà di contar balle?

Gli inutili come me, che non vengono neppure cagati di striscio, hanno superato scuole talmente selettive che, sapendo leggere e scrivere, non si fanno perculare neppure dalle luminose «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci: tutti personaggi il cui livello medio è solo quello del copia-incolla o, peggio ancora, delle «prossimità sociali» particolarmente gradite al Pm Tommaso Coletta, un ontologicamente «colui che è».

Un Pm, in altri termini desunti dai fatti, che – approfittando delle espressioni gentili del Fontana a me personalmente dirette – dà l’idea di essere davvero un magistrato di piccolo cabotaggio.

Questo modo di scrivere, signori di Pistoja e del tribunale dei conflitti d’interessi, si chiama critica e/o sàtira.

Ve lo dico in caso che non arriviate a capirlo da voi per insufficienti competenze logico-espressive.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© Linea Libera Periodico di Area Metropolitana


Tutti i pettini tornano al nodo


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