«Mangiar la pappa insieme» è un’espressione proverbiale che indica i legami che possono stabilirsi fra le cosiddette «prossimità sociali». Altro modo di dire (che in procura non conoscono perché, di fatto, sono tutti pistojesi e toscani solo di adozione), per esprimere lo stesso concetto, è il famoso «pisciare dal solito buco»

CHI PRATICA LO ZOPPO
NON IMPARA A ZOPPICARE?

Ma i modi di dire di una lingua, specie se ricca e ben strutturata come quella italiana, assai diversa dall’inglese squalliduccio e senza sale della giustapposizione primitiva dei temini, sono infiniti.
E molto icastici: culo e camicia, pappa e cicci, due anime in un nocciolo, come il cacio sui maccheroni, cade a pippo di cocco (deformazione pistojese di a pipa di cocco), intendersi a occhiate e così via.
Se tanto ci dà tanto, osservando la festaggine lionista di settembre, con tanti cittadini delle categorie più disparate (compresi sindaci e politici più o meno analfabeti o semi), se da un lato potrebbe indicare un’apertura accogliente e inclusiva anche nei confronti delle schiere dei sanculotti, della plebe, del contado e del proletariato; dall’altro fa un po’ pensare (ancora c’è chi lo fa, tra tanti acèfali) che non si spiega alla luce del sole, come il bucato, un mangiar la pappa insieme con da una parte chi decide su terre e castella e, dall’altra, intere schiere di associazioni del mattone e del quattrino.
Notoriamente mangiatrice di terreni e risorse del suolo, la loggia del mattone. Che poi – come dice il camiciere-collettajo Patrizio Mearelli – ci casca addosso perché, magari, un Franco Fabbri (ma non lui solo, però) ha svenduto permessi, condoni, licenze edilizie, sanatorie; e un baldo giovine come Simone Niccolai, assessore agli abusi, se la cava solo perché – pur avendo costruito capannoni abusivi nell’orto di casa sua, è stato salvato (sul lato B) dall’impegno sudicio di un Trio Lescano come Marco Mazzanti, oggi segretario del Pd di Pistoia; Marco Bai, siniscalco del Mazzanti e – all’epoca – Baby Romy, in veste, allora, di assessore ai lavori pubblici.
Se non vi si rizzano i capelli è perché, cari quarratini e gente della procura di Coletta, significa solo che avete dei serissimi “problemi di erezione”…
E noi, secondo l’ottica e la volontà della Gip Patrizia Martucci e della volta-spalle ai cittadini, Giulia Gargiulo, difensora del malcostume giudiziario, dovremmo avere fiducia in una accozzaglia di gente che si attovaglia nel caravanserraglio degli affaracci propri?
Non lo ricordate cosa sono le «prossimità sociali» di Tom Col? Se siete di mente corta, risentitevi questo atto di accusa del luogotenente Cappelli della guardia di finanza, indirizzato contro il nostro procuratore della repubblica Tommaso Coletta.
Film da vedere: Non ci resta che piangere. In subordine (ma solo e proprio in subordine): Se tutto va bene siamo rovinati.
Il Passator [s]Cortese
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